LO SPECCHIO DI SARA
Ieri sera mi ha chiamato Sara. Una sorpresa.
Sara è una vecchia compagna di università. Vecchia perché ormai è da qualche anno che ci conosciamo. Ci sentiamo però raramente. Una volta ogni tre o quattro mesi. Questa estate le avevo regalato un viaggio in Spagna. A lei e al suo fidanzato. Che ora a quanto pare è troppo ex per definirlo tale. L’ultima volta che ho visto Sara è stato qualche settimana fa, in un locale jazz di Parma.
È una bella ragazza, ma le manca tutto quello che piace a me. Le piace prendermi in giro e ovviamente non ne ho a male. Io faccio lo stesso con lei.
Ieri sera mi ha chiamato per…
Sara non è cattiva.
E’ però quel tipo di ragazza che quando entra in un negozio di vestiti non compra la cosa che più le piace o che può solo permettersi. Sara compra la cosa che pensa faccia incazzare le sue amiche e le altre ragazze che incontra nei locali, per strada o in università. In fatto di moda e stile è abbastanza sofisticata. In realtà io le ho sempre detto che non sa neppure cosa le piace, sa solo quello che farà più effetto. Compra una maglietta, dei jeans, un paio di stivaletti o una giacca solo perché sa che faranno pensare a chi la guarda “ Quanto le sta bene”. E lo fa perché le piace essere sempre in prima fila. E lo fa perché le piace dare sui nervi alle altre ragazze. Questa è Sara. Posso raccontarlo perché so che lei non se la prende.
Ieri mi parlava dei suoi affari di cuore e mi ha raccontato il motivo per cui ha deciso che un uomo in casa sua sarebbe utile solamente per alcuni pochi buoni motivi.
Un uomo le servirebbe:
1. per buttare fuori i ragni veramente grossi
2. per svitare i barattoli e/o le bottiglie particolarmente tenaci
3. per allontanare i testimoni di Geova (lei dice di non esserne capace, non riesce ad essere scortese)
4. per montare i mobili IKEA, gli unici che per ora può permettersi
Per tutto il resto mi ha assicurato che un uomo può fare benissimo il suo mestiere fuori da casa sua.
Questa è Sara. O perlomeno è anche questo.
Mi ha chiesto se l’avevo chiamata. Non la pianista. Beh, più o meno. Non come intendeva lei, ovviamente. Mi dice che ogni tanto dovremmo passare di nuovo una serata insieme e che dovrei imparare a dire più spesso ad alta voce le frasi che ho in testa.
A volte Sara ha ragione. Altre volte non sa quello di cui parla.
Sara è una vecchia compagna di università. Vecchia perché ormai è da qualche anno che ci conosciamo. Ci sentiamo però raramente. Una volta ogni tre o quattro mesi. Questa estate le avevo regalato un viaggio in Spagna. A lei e al suo fidanzato. Che ora a quanto pare è troppo ex per definirlo tale. L’ultima volta che ho visto Sara è stato qualche settimana fa, in un locale jazz di Parma.
È una bella ragazza, ma le manca tutto quello che piace a me. Le piace prendermi in giro e ovviamente non ne ho a male. Io faccio lo stesso con lei.
Ieri sera mi ha chiamato per…
Sara non è cattiva.
E’ però quel tipo di ragazza che quando entra in un negozio di vestiti non compra la cosa che più le piace o che può solo permettersi. Sara compra la cosa che pensa faccia incazzare le sue amiche e le altre ragazze che incontra nei locali, per strada o in università. In fatto di moda e stile è abbastanza sofisticata. In realtà io le ho sempre detto che non sa neppure cosa le piace, sa solo quello che farà più effetto. Compra una maglietta, dei jeans, un paio di stivaletti o una giacca solo perché sa che faranno pensare a chi la guarda “ Quanto le sta bene”. E lo fa perché le piace essere sempre in prima fila. E lo fa perché le piace dare sui nervi alle altre ragazze. Questa è Sara. Posso raccontarlo perché so che lei non se la prende.
Ieri mi parlava dei suoi affari di cuore e mi ha raccontato il motivo per cui ha deciso che un uomo in casa sua sarebbe utile solamente per alcuni pochi buoni motivi.
Un uomo le servirebbe:
1. per buttare fuori i ragni veramente grossi
2. per svitare i barattoli e/o le bottiglie particolarmente tenaci
3. per allontanare i testimoni di Geova (lei dice di non esserne capace, non riesce ad essere scortese)
4. per montare i mobili IKEA, gli unici che per ora può permettersi
Per tutto il resto mi ha assicurato che un uomo può fare benissimo il suo mestiere fuori da casa sua.
Questa è Sara. O perlomeno è anche questo.
Mi ha chiesto se l’avevo chiamata. Non la pianista. Beh, più o meno. Non come intendeva lei, ovviamente. Mi dice che ogni tanto dovremmo passare di nuovo una serata insieme e che dovrei imparare a dire più spesso ad alta voce le frasi che ho in testa.
A volte Sara ha ragione. Altre volte non sa quello di cui parla.
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