Sensazioni Post Stage
Dieci. Dieci buoni motivi per essere soddisfatti di questo ultimo fine settimana.
Uno. Le lezioni e la pazienza del Maestro Paganini.
Due. Emanuele Battista, grande davvero in tutto.
Tre. Il mio staff. E chi ha collaborato con me.
Quattro. Il fascino degli Studios. La loro disponibilità e la loro collaborazione. Grazie.
Cinque. L’entusiasmo degli allievi che hanno partecipato allo stage.
Sei. La passione dei genitori che li hanno accompagnati.
Sette. La partecipazione degli insegnanti delle scuole che hanno aderito all’iniziativa.
Otto. L’articolo di Paola Cappelli apparso questa mattina nella sezione Spettacoli del Giornale di Brescia.
Nove. L’entusiasmo e le lacrime dei ragazzi scelti per preparare l’esibizione che aprirà lo spettacolo di sabato 3 febbraio al PalaBrescia del Maestro Paganini e della sua Compagnia Nazionale.
Dieci. La professionalità degli insegnanti scelti per curare le coreografie. Dario Brevi. Valentina Benedetti. Simona Bazzoli. In bocca al lupo! Avete tutta la mia fiducia e il mio sostegno.
Infine, tre, tre altri ottimi motivi per essere non solo soddisfatti, ma felici, felicissimi di questi ultimi giorni.
Uno. Le cene in compagnia del Maestro, di Emanuele Battista e di Chiara. Ci siamo davvero divertiti.
Due. Le telefonate che ho ricevuto questa mattina da genitori felici che i figli abbiano partecipato a questo stage. Sapere che tutto è andato per il meglio e che tutti hanno avuto modo di raccogliere emozioni, da ricordare, da raccontare, da portare con sé. Un giorno. O due. O tre. Un attimo. Uno solo. Pochi istanti. A me può bastare.
Tre. I prossimi appuntamenti e le prossime iniziative. La voglia di ripartire. Di iniziare un altro viaggio. Un’altra esperienza. Un’altra storia.
Uno. Un pessimo motivo per essere un poco triste. Ve lo racconterà J. Conrad. Le sue parole sono i miei pensieri.
“Per me è come se stessi cercando di raccontarvi un sogno, un tentativo inutile perché non c’è modo di comunicare a parole la sensazione del sogno, quel miscuglio di assurdità, sorpresa e stupore in un fremito di lotta e ribellione, la consapevolezza di essere preda dell’incredibile, che è l’essenza stessa dei sogni. No, è impossibile comunicare la sensazione di vita di qualsiasi fase della propria esistenza, ciò che ne costituisce la verità, il significato, l’essenza sottile e penetrante. È impossibile. Si vive come si sogna. Soli.”
Nei prossimi giorni seguirò il lavoro dei ragazzi selezionati. Impareremo anche a conoscerci. Non c’è dubbio. Il tempo a disposizione è poco quindi dovremo davvero impegnarci tutti, affidarci l’uno agli altri per portare a termine un lavoro che spero possa per voi tutti diventare un trampolino di lancio per qualcosa di più grande.
A voi che seguite il blog consiglio di non lasciarci, di volta in volta parlerò dei protagonisti della Piccola Compagnia, come li conoscerò io farò in modo che li conosciate anche voi. Li scopriremo insieme.
A presto!
Uno. Le lezioni e la pazienza del Maestro Paganini.
Due. Emanuele Battista, grande davvero in tutto.
Tre. Il mio staff. E chi ha collaborato con me.
Quattro. Il fascino degli Studios. La loro disponibilità e la loro collaborazione. Grazie.
Cinque. L’entusiasmo degli allievi che hanno partecipato allo stage.
Sei. La passione dei genitori che li hanno accompagnati.
Sette. La partecipazione degli insegnanti delle scuole che hanno aderito all’iniziativa.
Otto. L’articolo di Paola Cappelli apparso questa mattina nella sezione Spettacoli del Giornale di Brescia.
Nove. L’entusiasmo e le lacrime dei ragazzi scelti per preparare l’esibizione che aprirà lo spettacolo di sabato 3 febbraio al PalaBrescia del Maestro Paganini e della sua Compagnia Nazionale.
Dieci. La professionalità degli insegnanti scelti per curare le coreografie. Dario Brevi. Valentina Benedetti. Simona Bazzoli. In bocca al lupo! Avete tutta la mia fiducia e il mio sostegno.
Infine, tre, tre altri ottimi motivi per essere non solo soddisfatti, ma felici, felicissimi di questi ultimi giorni.
Uno. Le cene in compagnia del Maestro, di Emanuele Battista e di Chiara. Ci siamo davvero divertiti.
Due. Le telefonate che ho ricevuto questa mattina da genitori felici che i figli abbiano partecipato a questo stage. Sapere che tutto è andato per il meglio e che tutti hanno avuto modo di raccogliere emozioni, da ricordare, da raccontare, da portare con sé. Un giorno. O due. O tre. Un attimo. Uno solo. Pochi istanti. A me può bastare.
Tre. I prossimi appuntamenti e le prossime iniziative. La voglia di ripartire. Di iniziare un altro viaggio. Un’altra esperienza. Un’altra storia.
Uno. Un pessimo motivo per essere un poco triste. Ve lo racconterà J. Conrad. Le sue parole sono i miei pensieri.
“Per me è come se stessi cercando di raccontarvi un sogno, un tentativo inutile perché non c’è modo di comunicare a parole la sensazione del sogno, quel miscuglio di assurdità, sorpresa e stupore in un fremito di lotta e ribellione, la consapevolezza di essere preda dell’incredibile, che è l’essenza stessa dei sogni. No, è impossibile comunicare la sensazione di vita di qualsiasi fase della propria esistenza, ciò che ne costituisce la verità, il significato, l’essenza sottile e penetrante. È impossibile. Si vive come si sogna. Soli.”
Nei prossimi giorni seguirò il lavoro dei ragazzi selezionati. Impareremo anche a conoscerci. Non c’è dubbio. Il tempo a disposizione è poco quindi dovremo davvero impegnarci tutti, affidarci l’uno agli altri per portare a termine un lavoro che spero possa per voi tutti diventare un trampolino di lancio per qualcosa di più grande.
A voi che seguite il blog consiglio di non lasciarci, di volta in volta parlerò dei protagonisti della Piccola Compagnia, come li conoscerò io farò in modo che li conosciate anche voi. Li scopriremo insieme.
A presto!
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